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7.7 Analisi della fase attuale del sistema capitalistico

Le analisi che seguono, oltre che delle realtà e degli studi del secondo dopoguerra, tengono conto di lunghe conversazioni che ebbi, recentemente a Dakar, con Samir Amin, l'economista egiziano che tutti gli studenti di economia conoscono. Il concentrare questi argomenti in poche pagine è stato un lavoro improbo. Quindi perdonatemi lo stile telegrafico.

  1. Quali sono i caratteri principali della congiuntura economica generale?

  2. Ci sono alcuni fenomeni associati alla congiuntura che devono essere messi in conto per una analisi della logica di queste opzioni, delle loro cause e conseguenze, degli interessi sociali che privilegiano o sacrificano.

  3. Questi fattori, visti congiuntamente, producono quasi ovunque delle economie a diverse velocità. Le diverse velocità fanno parte della storia del capitalismo, ma il fenomeno fu attenuato nel dopoguerra (1945-1980) perché i rapporti sociali avevano allora imposto l'intervento sistematico dello stato.

  4. In questa crisi appaiono delle trasformazioni qualitative maggiori, che almeno su due piani sono di una portata decisiva e a lungo termine.

  5. La finanziarizzazione può essere analizzata come un prodotto della crisi. L'eccedenza di capitali che non può trovare impiego nell'espansione dei sistemi produttivi è una minaccia grave per la classe dominante, perché può portare a una svalutazione massiccia del capitale. La gestione delle crisi impone quindi che vengano forniti impieghi finanziari tali da evitare il peggio - tassi di interesse elevati, flessibilità dei cambi, debito estero dei paesi del Sud e dell'Est, privatizzazioni, finanziariarizzazione dei fondi pensionistici. La fuga in avanti della finanziarizzazione, tuttavia, non permetterà certo di uscire dalla crisi, ma al contrario spingerà verso una spirale di stagnazione perché aggrava l'ineguaglianza della ripartizione dei capitali, costringendo le imprese a fare il gioco finanziario all'interno delle loro stesse gestioni. Abbiamo già avuto le prime avvisaglie di crolli di borsa che avevo previsto in classe ai miei studenti un paio d'anni prima che si verificassero. Vorrei confermare qui che andrà sempre peggio, fino ad arrivare a un crollo mondiale di tutte le borse (una Wall Street del 1929 "mondializzata"!).

  6. La nuova divisione Ovest-Est pone il problema delle teorie riguardanti l'espansione mondiale del capitalismo. Il "miracolo asiatico" è sembrato per un momento rimettere in causa la teoria della polarizzazione inerente all'espansione del capitalismo mondiale. Non pare sia il caso. Comunque, da un lato la polarizzazione non può considerarsi una forme immutabile, e dall'altro si potranno avere anche forme diverse di polarizzazione. Per esempio, attraverso l'esercizio dei "Cinque Monopoli" di Samir Amin (tecnologia, mercati finanziari, accesso alle materie prime, comunicazioni, armi di distruzione di massa), la Triade USA-Europa-Giappone, grazie alla legge del valore mondializzato, sta producendo una forma nuova di polarizzazione: quella di rendere subalterne anche le industrie delle periferie dinamiche.

  7. Rimane a questo punto l'incognita della Cina. Che ne sarà di essa? In teoria ci sono 4 ipotesi: disgregazione, proseguimento del progetto nazionale cinese, degradazione di questo progetto, evoluzione a sinistra verso un rafforzamento delle forze popolari. Chissà! Il proseguimento del progetto nazionale cinese sembra il corso più probabile. Ma con la Cina non si sa mai.

  8. C'é poi ancora la questione più generale della polarizzazione nel sistema mondiale in ricostruzione.

  9. Che dire poi della costruzione europea?


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