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6.3 Appello al Ministro dell'Università

Una complessa riforma della scuola è già in corso. E non si può affrontare l'argomento in questa sede.

Pertanto questo appello al Ministro è inteso solo per i provvedimenti più urgenti, un rinvio dei quali comporterebbe rischi gravissimi, fra cui quello di trasferire l'attuale crisi dell'università all'inizio del secolo che viene.

I provvedimenti urgenti concernono la disciplina dei concorsi di cattedra e dell'avanzamento nelle carriere. Ciò in quanto il ricambio naturale del corpo docente, originatosi sotto il regime della partitocrazia degli anni Settanta, è oltremodo lento. Considerato che il 76% circa dei docenti di ruolo ha attualmente un'età compresa all'incirca fra i 38 e i 58 anni, ci vorrebbe a rigore ancora un ventennio perché possano essere interamente sostituiti.

In queste circostanze, una inversione di tendenza deve essere realizzata immediatamente. Bisogna impedire il perpetuarsi della situazione attuale, ossia la "alimentazione" dei corpo docente secondo il vecchio sistema, con concorsi di cattedra truccati o con la surrettizia "infiltrazione" nella carriera universitaria di contrattisti in erba a fini di "affiliazione accademica".

In queste stesse settimane avranno luogo concorsi di cattedra. A essi potrebbero partecipare candidati con chili di titoli, di grande esperienza, di valore, alcuni dei quali tengono corsi in università straniere. La loro immissione nell'insegnamento potrebbe cominciare a migliorare la bassa qualità media dei docenti di ruolo ereditati dal passato. Ebbene, molti di questi possibili candidati, sfiduciati per le esperienze passate, non si presentano. Ma a chi decide di voler ancora tentare gli viene detto: "Ma ti sei formato il "gruppo"? Ti sei "lavorato" gli "appoggi"?"

Basta con questa mafia! Non si può continuare a umiliare e disonorare in questo modo l'università del nostro paese.

Una riforma dell'università potrà essere realizzata con scrupolo e prendendo il tempo necessario. Si potrà nelle normative prevedere una "fase di transizione"; si potrà tener conto dei diritti acquisiti; si potrà agevolare, con determinate facilitazioni, lo sfoltimento dei "somari".

Non bastano i provvedimenti in corso (riduzione del numero degli elettori del rettore nel senato accademico - estensione a sei anni dei contratti con docenti non di ruolo). Queste sono misure cosmetiche, sono scherzi!

Tutto si potrà fare con la dovuta pazienza. Ma il bloccaggio del sistema mafioso di reclutamento dei docenti di ruolo deve essere assoluto e immediato! Per decreto!

Si può fin da ora prevedere l'argomento principe degli interessati allo status quo: la crisi delle università é comune a tutti i paesi europei, Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna! Ebbene no! C'è una sostanziale distinzione da fare. Negli altri paesi abbiamo solo il problema dell'aumento della popolazione studentesca. Da noi abbiamo, oltre a questo, quello di una mafia accademica sfrenata, e della conseguente bassa qualità media dei docenti.

Signor Ministro, a nome degli studenti, la prego: quel decreto!


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