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7.1 Crisi di società. Critica storica. Saggezza.

Queste vicende tristi e riprovevoli delle nostre università, comunque, non dovete permettere che intralcino il vostro cammino. Consideratele come la polvere che sollevate coi vostri zoccoli nel galoppo.

Parliamo ora del futuro. Ogni anno, all'inizio del corso a Gorizia ero solito fare agli studenti una minuscola e sommaria prolusione sui fatti correnti del mondo, economici e sociali, per aguzzare il loro senso critico. Con questo medesimo intento vorrei chiudere il discorso di questo scritto a voi dedicato.

La crisi di transizione delle nostre società è agli sgoccioli. Sul piano della storia questi "sgoccioli" possono prendere anche un decennio. Ciò significa che interesseranno l'essenziale della vostra vita attiva, diciamo dai 25 ai 60 anni, mezzo secolo. Stando all'esperienza mia propria, e credo di chiunque altro, alla fine di un mezzo secolo poco o nulla resta di ciò che esisteva all'inizio. Sarà così anche per voi.

Il secolo che viene è al di fuori della mia vita (o della mia presente incarnazione), ma sarà la vostra vita. Da parte mia, avendo superato le dimensioni spazio-temporali, cerco di tener conto dell'esperienza storica, ma a dispetto della mia età non sono rivolto al passato ma al futuro, un futuro che io non vedrò, ma che sarà il vostro.

E a questo proposito vorrei dirvi come vedo questo futuro, e che cosa farei al vostro posto. Non c'è qui ovviamente alcuna pretesa profetica. La mia visione vale quanto le vostre, ma tengo a iscriverla qui accanto alle vostre per contribuire, anche "dalla tomba", alle vostre future analisi e meditazioni. In sostanza, e un modesto contributo di "saggezza".

Come definire la "saggezza"?

Quando la parte del mondo naturale esterna all'uomo si pone in termini fenomenici, l'accettazione delle condizioni offerte dalla natura è una necessità. Quando invece questo mondo naturale si pone in termini di iniziative da prendere da parte dell'uomo nei suoi riguardi e in vista di certi fini (sopravvivenza, sicurezza, guadagnare stima, incutere timore), il conformarsi a essa è saggezza.

La "saggezza" è quindi un sistema interiore dell'uomo che può manifestarsi nelle relazioni intersoggettive e sociali senza dipenderne: è un sistema che non fa parte delle comunicazioni intersoggettive e sociali, ma di quelle intraindividuali.

Le società tradizionali, ancora prevalenti in tre quarti del mondo, hanno saputo dare una elaborazione a questo sistema organizzandolo secondo un certo ordine. La "saggezza" va intesa come il compendio di insegnamenti di vita accumulati in un individuo, a un tempo dalla tradizione e dalla sua concreta esperienza personale. Essa non origina norme morali, ma "modi di condotta", in specie "di giudizio", che pertanto non sono imperativi, non implicano censura per chi non sappia o non voglia adottarli, ma piuttosto merito per chi ne faccia correntemente uso. La selezione e l'adozione di questi modi di condotta e di giudizio è più il risultato di un atto di intelligenza e di conoscenza (in senso socratico), che la manifestazione di una sensibilità morale. Ma ambedue questi elementi sembrano tuttavia fusi indissolubilmente nell'atto o nel giudizio di saggezza.

Nelle relazioni umane la saggezza opera segnatamente per ridurre la parte di improvvisazione che in esse sovente compare e, lungi dal rappresentare un sistema convenzionale di comportamento e di giudizio, è una attività di creazione viva e perenne, intesa ad "arrangiare" nel modo più corretto ed efficace il campo zeppo di insidie delle relazioni umane.

La saggezza ci impone oggi di analizzare le società occidentali sulla base della nostra cultura e con il più acuto senso critico; in ogni aspetto, problema, indirizzo politico, economico e sociale, prese di posizione dei media e delle opinioni pubbliche. Perché? Perché l'attuale modello di capitalismo, responsabile della crisi delle nostre società, non potrà durare, e in un paio di decenni sarà sostituito da un altro modello.

Si tratta di una evoluzione estremamente complessa e di dimensioni mondiali, alla quale voi necessariamente in qualche modo potrete e dovrete partecipare.


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