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5.3 L'operazione di "affiliazione accademica"

Nell'anno 1997 la cattedra di Cooperazione Internazionale allo Sviluppo fu oggetto di una operazione di "affiliazione accademica" che pose fine, dopo 7 anni, al mio insegnamento a Gorizia.

Questo evento, essendosi trattato di una esperienza diretta, mi consente di descrivere nei minimi dettagli, per il divertimento del lettore e prima che me li dimentichi, le puerili astuzie degli intrighi escogitati, per questo tipo di operazioni mafiose, dai "padrini" della corporazione accademica.

Per me personalmente la cosa non ha rappresentato un problema perché, dati i miei anni e impegni, anche in Africa, in ogni caso non contavo di insegnare a Gorizia ancora più di un altro anno (il "3° su 5" della l'idiota norma già ricordata). Sennonché, avendo a cuore gli interessi degli studenti, specie per le loro possibilità di impiego dopo la laurea, tenevo a che il mio successore nel corso fosse un docente competente nella materia. Qualcuno, ad esempio, come il prof. Giuseppe Sacco, ordinario della LUISS, o un suo assistente, o il direttore di un noto O.N.G. Ma purtroppo, come abbiamo visto, tali sollecitudini per gli interessi degli studenti non fanno istituzionalmente parte della attuale mentalità accademica.

Sulle prime, quando mi fu comunicata la nascita del "rampollo accademico", sentii come un doloroso senso di vuoto all'idea della cessazione dei miei rapporti con gli studenti, che per 7 anni avevano rappresentato la mia più preziosa esperienza di vita. Ma furono gli studenti stessi a cancellare questo senso di vuoto, dal momento che continuarono tranquillamente a venire da me per consultarsi su tutto, tesi, problemi di Cooperazione, impieghi post-laurea, economia internazionale. Vennero anche gli studenti nuovi, che ora seguono le lezioni del rampollo accademico mio successore. E comparve anche, per la tesi di laurea, qualche studente appartenente ad altre università.

Per questo riguardo il corso di laurea di Gorizia, oltre che a una impresa avicola, può essere paragonabile a una scacchiera con le figure degli scacchi che rappresentano dei docenti. Il movimento é continuo e i giocatori sono diversi, "padrini", vice-padrini, sostenitori elettorali dei medesimi nel Consiglio di Facoltà. Ecco l'ordine dei ragionamenti del padrino promotore della affiliazione:

La cosa che qui colpisce è soprattutto la completa assenza di professionalità amministrativa del provvedimento, la mancanza di stile e di onestà civile, il carattere furtivo dell'operazione, che assomiglia al gioco delle tre tavolette praticato dagli imbroglioncelli nei mercati, che al tempo stesso si guardano intorno per vedere se arriva la polizia.

Fatto il suo piano, il padrino si preoccupa di raccogliere i voti per far passare il provvedimento al Consiglio di Facoltà.

Gli studenti mi hanno fatto due nomi di padrini, ma ho osservato loro che nessuno può avere più di un padre, e che quindi deve trattarsi, diciamo, di un padre con cliente, di un padre e mezzo...

La decisione di "affiliazione accademica" é stata sanzionata in occasione del Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche di Trieste in data 11 giugno 1997.

Analizzando questo provvedimento notiamo che:

  1. Per facilitare l'operazione si era già provveduto ad adattare le disposizioni sui "raggruppamenti disciplinari". La Cooperazione Internazionale allo Sviluppo, non comportando alcuna attività che non sia strettamente di carattere micro e macro-economico, appartiene all'Area A o "geografico-economica". Al fine di adattarla alle qualifiche del nuovo docente, viene spostata all'Area B o "socio-culturale", accanto alla sociologia, alla teoria dei sistemi, alle letterature moderne comparate.

  2. Il docente in cattedra era stato nominato in base alle norme per i docenti a contratto, ammessi al solo fine di disporre di studiosi ed esperti capaci di portare agli atenei dei contributi "specialistici". Avrebbe potuto insegnare ancora un anno (salvo esonero ministeriale sulla regola dei "3 anni su 5").

  3. Il successore, per contro, é stato designato egualmente con contratto privato, pur non avendo le qualifiche minime per la cattedra, in base alla nuova pratica prevista per la immissione progressiva e surrettizia nella carriera universitaria di "rampolli", nel quadro del sistema di affiliazione accademica da parte di una "dinastia" (filiazione biologica) o di una "famiglia" (filiazione metaforica).

  4. Quanto poi agli interessi didattici degli studenti, che dovrebbero costituire l'unico criterio per queste operazioni, ecco il paragone:

    Aspetti                       Docente in cattedra          Successore 
    
    Esperienza di Cooperazione    32 anni                      nessuna 
    Opere pubblicate              5 libri                      1 tesi, 2 studi 
    Esperienza in progetti        un migliaio                  nessuna 
    Esperienza didattica          7 anni                       1 anno 
    Cariche ricoperte             Capodivisione                nessuna 
                                  Commissione Europea, 
                                  Ambasciatore in Africa, 
                                  Consulente Organizzazioni 
                                  internazionali 
    
  5. Commenti:

Il corso é così nuovamente unificato, ma non é più un vero corso di Cooperazione allo Sviluppo. E' fatto su misura per il nuovo docente alle prime armi. E gli studenti? Che si arrangino! Tanto l'università non é fatta per loro.

In questa situazione la cosa più spettacolare sono gli appigli di cui si é servita la Direzione del corso di laurea per giustificare l'operazione. Nel settembre 1997, avendo terminato gli esami agli studenti, telefonai a questa Direzione per salutare, assicurando che sarei tornato per la sessione di febbraio. Sennonché, con mia grande sorpresa, venni a sapere - in un discorso confuso improntato da imbarazzo e insicurezza - che per l'anno seguente già tre mesi prima ero stato sostituito nella cattedra dal giovane insegnante alle prime armi.

Alle mie severe rimostranze, mi fu risposto molto timidamente con due considerazioni: a) "bisogna fare largo ai giovani"; b) "l'unificazione del corso é dovuta a ragioni finanziarie". Vediamo!

"Bisogna fare largo ai giovani". Di quali giovani si tratta? Dei 90 studenti del corso di Cooperazione che hanno bisogno di un aiuto didattico appropriato per facilitare la loro inserzione nell'impiego dopo la laurea? No! Non si tratta dei 90 studenti del 3° anno di Gorizia, ma di un unico giovane, uno, il cui "padre accademico" ha fretta di inserirlo come "contrattista" onde facilitare un eventuale futuro concorso come ricercatore di ruolo. Ecco, è tutto qui!

"L'unificazione del corso è anche per ragioni finanziarie". Non vi erano ragioni finanziarie che impedissero per 5 anni lo sdoppiamento del corso per le convenienze di un funzionario statale in base a non si sa quali intese. E poi, dato il misero rimborso spese di 5 milioni, non si è chiesto al docente in cattedra se per caso non fosse stato disposto a insegnare l'ultimo anno gratuitamente.

Ho voluto fornire questi piccoli dettagli, apparentemente così banali e insignificanti, per mostrare al lettore il modesto livello delle tecniche mafiose. Infatti la corporazione accademica, data l'ampia libertà di cui gode ope legis, non ha alcun bisogno di esercitare l'immaginazione per mascherare meglio o rendere più presentabili le sue manovrette.

Quanto accaduto in questo caso può ripetersi in qualsiasi altro: per esempio un docente di ruolo, in previsione di un suo passaggio ad altra università, o della sua andata in pensione, può trasferire la sua cattedra a un parente, a un amico, o alla sua "amica", anche se privi delle qualifiche didattiche.

Ecco dunque come sta morendo il famoso corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia sorto un decennio fa con così brillanti auspici. Non si tratta solo di singoli episodi come quello descritto. Di fronte al curriculum didattico originario, il deterioramento degli studi é generale. Vi é un aumento nel numero dei docenti non qualificati per i corsi che devono tenere. Vengono soppressi o ridotti corsi essenziali in relazione al carattere specialistico del corso di laurea: l'antropologia culturale non é stata mai introdotta come corso annuale obbligatorio; sono state soppresse le diverse storie continentali (c'é una unica storia "afro-asiatica", figuriamoci!); c'é una storia "contemporanea" al 1° anno, mentre la storia "moderna" é al 4°. Ma é inutile commentare il curriculum, perché tanto fra tre mesi sarà di nuovo mutato...

Tutto ciò avviene perché la azienda avicola ormai opera solo in funzione dei piccoli interessi personali dell'ambiente accademico, senza nessuna considerazione per la produzione dei polli (studenti), il cui peso di carne (nozioni) é in continua diminuzione.

E dire che Gorizia non ha mai dovuto affrontare alcuni dei problemi più ardui, propri delle grandi università, come l'aumento della popolazione studentesca, e la carenza di aule e impianti didattici. Sia a Trieste che a Gorizia c'erano tutte le condizioni di ambiente naturale, didattico e culturale per creare un'isola felice fra i gulag universitari italiani. Ma il virus della cultura di mafia nella corporazione accademica é imperdonabile, penetra dappertutto, ed ha avuto il sopravvento anche a Gorizia e a Trieste! Che peccato!

La cosa più grave, dal punto di vista degli interessi degli studenti, é che in queste condizioni non vi può essere alcuna politica di inserzione dei giovani nella società per dopo la laurea. Questo é in stridente contrasto con la tendenza generale europea (Conferenza di Lussemburgo del 20-21/11/1997), e in particolare con la politica degli attuali governi italiano e francese. Questo tipo di università é quindi ormai al di fuori delle realtà politiche e sociali. Può essere tranquillamente soppresso e sostituito con un altro.

Dopo tutto il problema non é così complicato come potrebbe sembrare. E' molto più semplice di quello della mafia storica. Infatti, mentre quella é fuori legge, questa é stata creata dalla prima Repubblica con leggi che, come tali, possono essere interamente abrogate e sostituite.

E Gorizia? Le tre Regioni venete sono ricche. Non potrebbero per caso finanziarla come piccola università privata a vocazione europea?


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